« La
parola maremma nasce con la emme minuscola perché sta a indicare una
qualsiasi regione bassa e paludosa vicina al mare dove i tomboli, ovvero le
dune, ovvero i cordoni di terra litoranea, impediscono ai corsi d'acqua di
sfociare liberamente in mare provocandone il ristagno. Con il risultato di
creare acquitrini, paludi. Non Maremma, allora, bensì maremma. E siccome la
maremma più vasta della penisola, la più nota, la più micidiale, quella dove
la malaria ha imperversato spietata per secoli interi, era la zona costiera
della Toscana meridionale e del Lazio occidentale, al punto che nella storia
della medicina, e anche della letteratura popolare, la malaria legò il suo
nome, il teatro delle sue rabbrividenti nefandezze, a questo territorio, la
maremma tosco-laziale prese la emme maiuscola. Divenne Maremma per indicare
la regione abitata un tempo dagli Etruschi. Una regione così grande che
Maremma passò ben presto al plurale. Si parlò di Maremme».
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(Aldo Santini)
Il lago di
Burano, separato dal mare da una stretta fascia di terra, ospita una delle
oasi più antiche d’Italia, gestita dal WWF dal 1967. Ci sono molte specie di
uccelli stanziali o che si fermano nel lago per brevi periodi durante le
migrazioni, come i fenicotteri, i germani, gli aironi ed i cormorani. La
vegetazione è quella tipica mediterranea e la canna palustre è onnipresente.
Qua e là si trovano postazioni elevate, su cui è possibile salire per
ammirare dall’alto l’oasi, e punti d’avvistamento per fotografi. Sull’altra
sponda del lago si staglia la Torre di Buranaccio, che abbiamo cercato invano
di raggiungere, per poi scoprire che è proprietà privata e quindi
inaccessibile. Bellissima la passeggiata lungo i sentieri dell’oasi, stretti
percorsi fiancheggiati dalle canne o altra vegetazione: all’improvviso il
sentiero e il canneto finiscono e ti si apre davanti inaspettata la distesa
del lago, scintillante sotto il sole autunnale.
Dopo il
pranzo a sacco all’oasi, ripartiamo per il Giardino dei Tarocchi, nel comune
di Capalbio. Non ci aspettiamo così tanta gente: molti stranieri e famiglie
con bambini. Il Giardino nasce dall’idea di un’artista franco-americana, Niki
De Saint Phalle, innamorata dell’Italia e della sua arte, ma ostile alle orde
di turisti che invadono i luoghi d’arte senza capirne davvero lo spirito.
Popolato da statue che si rifanno alle figure degli arcani maggiori dei
tarocchi, il Giardino risente molto dell’influenza di Gaudì, artista che Niki
aveva ammirato in Spagna. E’ senza dubbio particolare ed interessante il
fatto che si possa accedere all’interno di molte delle sculture (gigantesche)
o salirvi sopra percorrendo strette scalinate.
Dopo il
Giardino dei Tarocchi, decidiamo di visitare Capalbio, il comune più meridionale
della Toscana. Soprannominata la Piccola Atene per la sua importanza
storico-artistica in epoca rinascimentale, Capalbio conserva ancora le sue
mura con i camminamenti; li abbiamo percorsi tutti e da lì si gode una vista
insuperabile: il mare da una parte e le colline maremmane dall’altra. Passeggiamo
per le sue strade e vicoli, godendoci l’atmosfera e, dopo l’aperitivo, ci
fermiamo ancora un po’ per ammirare un tramonto di fuoco.
…ed è l’ora
di puntare le forche verso casa….
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OASI WWF E LAGO DI BURANO
GIARDINO DEI TAROCCHI
CAPALBIO
See you on the road
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