lunedì 27 luglio 2015

A Caccia Del Fresco

Un giro nelle nostre terre, a caccia del fresco e l'abbiamo trovato.
A volte basta la buona compagnia per trasformare un afosa domenica pomeriggio in una divertente scappatella in moto.











domenica 5 luglio 2015

Abruzzo - Parco Nazionale del Gran Sasso & Monti della Laga 26/28 giugno 2015



Le ferite del terremoto del 2009 non si sono ancora rimarginate; lo vedi dalle numerose gru che svettano a distanza di anni sopra il centro storico de L’Aquila, dalla struttura di ferro che sorge al posto della torre di S. Stefano di Sessanio e che ne suggerisce la sagoma, dalle puntellature che sostengono le volte dei vicoli dei  bellissimi borghi antichi, dalle numerose vie inaccessibili per motivi di sicurezza, dai palazzi nascosti dalle impalcature e dall’abbandono dei borghi colpiti dal sisma, tanto che spesso hai l’impressione di camminare in un paese fantasma. Molte porte e finestre sono sprangate e chiuse a lucchetto;  da quelle poche lasciate aperte, vedi un soffitto crollato o un muro distrutto; però vasi di fiori ad alcune finestre o per le scalinate e il profumo di ragù che ti giunge all’improvviso ti fanno capire che qualcuno abita ancora in quelle case… Tutto ciò non scalfisce minimamente la bellezza e il fascino di una regione che ha tanto da offrire in termini di storia, gastronomia, tradizione, arte e paesaggi.  Per noi Toscani, abituati al dolce declivio delle nostre colline, l’asperità dei monti abruzzesi di roccia calcarea, è uno spettacolo insolito e di straordinaria bellezza. 






S. Stefano di Sessanio, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, è una delle perle più preziose del Parco del  Gran Sasso e dei Monti della Laga. Lì alloggiamo al B&B “La Bifora e le Lune”, in un palazzo del XV secolo,  gestito dalla gentilissima Mirella, la quintessenza dell’ospitalità abruzzese. Il nostro appartamento è bellissimo e curato in ogni minimo dettaglio: comprende un salottino, una camera e il bagno dalla pianta lunga e stretta e dalla copertura a botte. C’è anche la possibilità di usare la cucina comune. Per la colazione scendiamo al piano di sotto nell’appartamento di Mirella dove archi a sesto acuto profilati di pietra, una coppia di bifore che si affacciano su un panorama mozzafiato e il camino ti fanno capire l’antichità dell’edificio. La colazione è pantagruelica: frutta fresca e disidratata, yogurt fatto in casa, diversi tipi di biscotti e dolci home made, marmellate casalinghe, pane arrostito, salumi e formaggi, acqua aromatizzata al sambuco, infiniti tipi di tè e caffè…  

S. Stefano è un piccolo borgo incantevole e molto suggestivo; le sue strade e i vicoli sono spesso coperti e vi si affacciano edifici in pietra dalle caratteristiche porte e finestre architravate. Passeggiamo a lungo, immergendoci completamente nell'atmosfera del posto. 














Per la cena optiamo per "Il Cantinone" a S. Stefano...e ne siamo così soddisfatti che decidiamo di fare il bis anche la sera successiva. Il nome non è un caso, visto che sembra di stare proprio in una cantina d'altri tempi: grandi tavole di legno con panche, un caratteristico camino a muro di pietra con la struttura a nicchie, tipica di quest'area, per tenere in caldo i pasti della giornata, un grande mantice e attrezzi vari collegati al mondo rurale e pastorale. Il menu è in linea con l'ambiente, solo prodotti tipici e a chilometri zero: zuppa di farro e lenticchie, pane cotto (simile alla nostra ribollita ma più leggero), taglieri con verdure, affettati e formaggi abruzzesi, croste con pancetta o lardo, fiadoni, verdure di stagione...tutto annaffiato da buon vino del posto. Tutti i piatti sono cucinati col semplice ausilio di una piastra ed un fornello sistemati dietro al banco così che nessuna cucina è necessaria. E ultima cosa, ma non meno importante, la squisita gentilezza ed accoglienza del personale.  











Ripartiamo in moto per Rocca Calascio, la cui sagoma si staglia in lontananza sulla cima del monte. La strada per arrivarci ti lascia senza fiato, curva dopo curva. Ci fermiamo spesso per le foto di rito e per ammirare nel fondo delle strette valli i colorati campi di lenticchie, che ci ricordano un po' quelli dei Sibillini.

Rocca Calascio è famosa perché ci sono state girate alcune scene del film "Lady Hawke"  (era la dimora del monaco Imperius) e per aver ospitato la troupe de "Il Nome della Rosa".  E' stata anche il set di altre produzioni italiane e non. Accanto al castello, si innalza la chiesa ottagonale di S. Maria della Pietà. Per entrare nella Rocca, percorriamo stretti viottoli insidiosi di roccia calcarea, lungo il crinale del monte. A pochi passi di distanza c'è il dirupo da cui si gode una visione spettacolare della vallata sottostante.  Purtroppo l'orario non ci consente l'accesso alla torre che costituisce il corpo principale della Rocca. 























Il giorno seguente, dopo una visita a Castel del Monte, ci dirigiamo verso Campo Imperatore, a più di 2000 m di quota. La strada per arrivarci è percorsa da ciclisti e motociclisti e si snoda lungo i versanti delle colline. Sui prati pascolano mandrie di mucche con vitellini al seguito, greggi al completo e gruppi di cavalli e puledri in totale libertà. Ovunque ci sono cartelli stradali che invitano alla prudenza in quanto questi animali possono attraversare improvvisamente la strada, esperienza che abbiamo vissuto in prima persona! Campo Imperatore, col suo osservatorio astronomico, è troppo affollata per i nostri gusti quindi decidiamo di tornare indietro e trovarci un posto più tranquillo e isolato dove pranzare al sacco. Individuiamo un angolino che ci sembra perfetto: parcheggiata la moto lungo il ciglio della strada, seguiamo a piedi un sentiero che passa alla base di due alte colline, coperte da una grande varietà di fiori. In lontananza mandrie di mucche e cavalli si sdraiano beati sull'erba o fanno il bagno nei laghetti e su in alto un pastore richiama il suo gregge. 







































Il lago artificiale di Campotosto è la nostra prossima tappa. Ci hanno riferito che molti anni or sono i vari proprietari di immobili locali furono quasi forzati a vendere per permettere la realizzazione del lago che, tuttavia, è stato la fortuna degli abitanti della zona, visto che richiama tanti visitatori. In effetti ci sono molti scorci suggestivi e la mole del Gran Sasso nello sfondo ti dà l'impressione di stare in una regione alpina. E' una zona molto tranquilla, sicura anche per chi ci abita, come ci racconta una barista di Campotosto, tanto che si usa ancora tenere le chiavi nella porta di casa!




Ripartiamo in direzione sud, verso i due borghi di Carapelle e Castelvecchio Calvisio. Carapelle, 82 abitanti,  è stato gravemente danneggiato dal sisma del 2009, tanto che molte vie sono inagibili. Anche Castelvecchio, con la sua pianta ellittica, ha subito molti danni: è quasi disabitato e i suoi vicoli e edifici sono puntellati; tuttavia il borgo conserva anche così un fascino ed una bellezza davvero singolari.








La mattina dell'ultimo giorno, prima di inforcare l'autostrada verso casa, ci regaliamo una visita alle Grotte di Stiffe. Le grotte hanno una temperatura costante durante tutto l'anno di 10° e durante l'inverno alcuni pipistrelli ci trascorrono il letargo. Gli altri abitatori della grotta sono dei piccoli gamberetti. Come ci ha spiegato la guida, le grotte sono una risorgenza, cioè il punto in cui un fiume torna alla luce dopo aver percorso un tratto sotterraneo. Conosciute da sempre, sono state rese fruibili al grande pubblico dopo una serie di lavori agli inizi degli anni Novanta con la realizzazione di un percorso "pedonale" lungo circa 700 m anche se sono stati esplorati ben 2.5 km di grotta. Nonostante i divieti, ci è consentito di fare foto solo all'andata e osservando scrupolosamente alcune regole, come non toccare niente per preservare l'integrità e la futura formazione di stalattiti e stalagmiti e non rimanere separati dal gruppo. Pressoché costante è il rumore del fiume che tace solo nella grotta chiamata del Silenzio.  L'emozione è tanta quando si arriva alla grotta con le due cascatelle: le goccioline di umidità nell'aria creano una nebbiolina che rende tutto surreale e fantastico.
















Non si può partire senza aver visitato Bominaco con le sue chiese affrescate, l'Oratorio di S. Pellegrino, contenente uno dei cicli di affreschi abruzzesi più completi sulla vita di Cristo, e la chiesa di S. Maria Assunta, entrambi facenti parte una volta di un antico monastero. Avremmo voluto visitare anche il castello che domina dall'alto il paese ma il tempo è tiranno.
Si riparte con l'unico rimpianto di aver potuto dedicare a questa bellissima regione solo tre giorni ma già c'è l'idea di una seconda visita....






Un paio di consigli: per le strade dei borghi circolano cani, come pastori abruzzesi, lasciati liberi di gironzolare. Non abbiamo capito se sono randagi o se appartengano a qualcuno ma possono spaventare. Abbaiano e talora ringhiano da lontano ma noi non abbiamo mai avuto problemi.

E' bene in queste zone munirsi di contanti perché gli sportelli bancomat sono solo nei centri più grandi e le strutture non hanno il POS. 

Ed ora qualche foto "FUN"