Al pari del nostro primo raduno a Faaker, anche questo giro rimarrà
impresso a lungo nella nostra mente sia per le avverse condizioni climatiche, sia per una serie di
circostanze che ci hanno messo a dura prova. Abbiamo iniziato con un bello
scivolone sull’asfalto: la ruota posteriore ha perso aderenza e, dopo che la moto ha fatto un mezzo
giro su se stessa, ci ritroviamo a scivolare sull’asfalto bagnato, fermandoci
sul ciglio della strada. Un paio di persone si fermano per darci una mano a
rialzare la moto. Per fortuna non ci siamo fatti niente, ma siamo bagnati
fradici, visto che stava piovendo da un bel po’ e che siamo finiti in una
pozza. Siamo
anche spaventati, ma, secondo un vecchio adagio, adesso siamo veri bikers. La moto non ha
subito danni, tranne per una pedana che si è staccata. La rimettiamo al suo
posto alla bell’e meglio, giusto per arrivare all’officina di Martano che,
gentilissimo, ci dà una mano a sistemarla come si deve.
Sta piovendo e lo scivolone ci ha messo addosso un po’ di paura. Siamo fradici
e ancora dobbiamo iniziare il viaggio; il tempo non promette niente di buono.
Pensiamo un po’ a cosa fare: continuiamo, rinunciamo, tanto non dobbiamo
dimostrare niente a nessuno. Alla fine decidiamo di continuare. Montiamo in sella e prendiamo
l’autostrada in direzione nord. Comincia a piovere di brutto, tanto che siamo
obbligati a fermarci all’area di sosta Chianti Est. It’s raining cats and dogs e, di nuovo,
valutiamo se è il caso di continuare. Passa del tempo e, finalmente, la pioggia
perde intensità. Smette quasi di piovere e ne approfittiamo per ripartire. A Modena ci fermiamo in
autogrill per la pausa pranzo. Ripartiamo e ricomincia a piovere di nuovo.
Teniamo duro, non manca molto, ci
resta da superare Parma e finalmente usciamo a Piacenza.
Su strada normale arriviamo a Podenzano, dove abbiamo il nostro albergo,
l’Albergo Fiocchi, gestito da madre e
figlio gentilissimi. I locali comuni sono di altri tempi e davvero si fa un tuffo nel passato.
Il figlio, poi, è un appassionato di moto, e lì in bella mostra ci sono due
ferri d’epoca. La camera, molto vintage, è piccola e lo spazio dove muoversi
non è davvero ampio ma è ordinata e pulita. Dopo una doccia bollente e con
vestiti asciutti addosso è tutta un’altra musica!! In attesa di Roberto e
Barbara che ci raggiungeranno in macchina, usciamo a fare due passi, alla
scoperta di Podenzano. E’ un posto tranquillo e grazioso e il suo Palazzo
comunale è davvero degno di nota: è un castello che risale al XII secolo,
costruito dai Malaspina, che allora erano i signori di quelle terre. Comincia a
piovere di nuovo e, nel giro di pochi secondi, la pioggia diventa torrenziale.
Aspettiamo un bel po’ nella vana speranza che diradi per poter tornare
all’albergo… Per fortuna ci vengono a
recuperare con la macchina Roberto e Barbara!
Ceniamo a Piacenza, nel suo bellissimo centro
storico. Facciamo prima un aperitivo al "K2", locale molto carino, e
poi cena al "Green Pizza": 10+. Peccato non aver potuto incontrare
Alberto del gruppo "Dyna or Nothing", che abita proprio nel centro di
Piacenza. Continua a piovere e si è alzato anche un forte vento. Cotti, dopo
una giornata densa di emozioni, rientriamo all'albergo.
La domenica mattina ci svegliamo in una bellissima
giornata di sole; il cielo è azzurro e terso e il maltempo del giorno prima è
un lontano ricordo. Dopo colazione, caricata la moto, ci dirigiamo verso
Grazzano Visconti. In lontananza scorgiamo le cime dei colli innevate e la
temperatura è frizzante.
Grazzano Visconti è un bellissimo borgo, unico nel
suo genere: si articola intorno al castello del tardo Trecento, oggi proprietà
privata, fatto costruire da Giovanni Anguissola per abitarci con la moglie
Beatrice Visconti. Nei primi anni del Novecento il castello fu restaurato da
Giuseppe Visconti di Modrone che gli costruì intorno ex novo un borgo in stile
neo-gotico rinascimentale. Sembra veramente di essere in un'altra epoca! Belle
anche le varie botteghe che si aprono lungo le strade: oggetti in ferro
battuto, artigianato locale, la torrefazione che vende tantissimi tipi di caffé
e tè, il museo agricolo, antiquari e molto altro ancora.
Terminata la visita, partiamo per Bobbio,
cittadina legata al monastero di San Colombano e al Ponte Vecchio, che si
innalza sul fiume Trebbia, detto Ponte del Diavolo: la leggenda dice, infatti, che
il monaco irlandese Colombano fece un patto col diavolo, il ponte in cambio
dell'anima del primo che l'avesse attraversato. Finito il ponte, Colombano lo
fece attraversare da un cane.
Il viaggio di ritorno verso casa è davvero gelido:
negli Appennini la neve arriva a bordo strada e la temperatura scende fino ai
2°, ma anche questo vuol dire andare in moto, alla scoperta di posti nuovi
senza badare al meteo che fa.
Il nostro alloggio a Podenzano
Castello di Podenzano (sede del Comune)
Piacenza
Grazzano Visconti
Un museo dell'agricoltura a cielo aperto
Sulla strada verso Bobbio
Il ponte Gobbo di Bobbio
Lunghe forcelle passano per Bobbio
Il centro storico di Bobbio
Tre loschi figuri osservano la piazza
On the road
Verso casa, alle porte dell'appennino
In appennino, anche la neve portata da Attila
See you on the road
foto: Ale & Franz
Special thanks a Barbara per le foto fatte mentre eravamo in moto.