martedì 9 dicembre 2014

Icy Balls 2014 ci porta a Brisighella

BRISIGHELLA, 29-30 Novembre 2014

La meta prescelta per questo fine settimana motociclistico è Brisighella, antichissimo borgo medievale nella Valle del Lamone, in provincia di Ravenna. Il borgo si estende ai piedi di tre colli rocciosi su cui poggiano una rocca del XV secolo, la Torre dell’Orologio del XIX secolo e il settecentesco Santuario del Monticino. A Brisighella, inoltre, si tengono diverse sagre durante tutto l’anno che fanno conoscere al visitatore le delizie del suo territorio e della sua cucina. Nel fine settimana da noi scelto c’è stata la Sagra dell’Ulivo e dell’Olio, con stand gastronomici per tutto il centro del borgo.



Dopo aver raggiunto, come al solito, Giorgio e Lucia a Figline, ci dirigiamo a Pontassieve dove ci aspettano Simone e Lapo, che fanno con noi un pezzo di strada. Sono loro che ci fanno conoscere un posto davvero carino dove ci fermiamo per il pranzo, La Casa del Prosciutto, a Ponte a Vicchio: 10 e lode! Dopo pranzo ci rimettiamo in marcia: Lapo e Simone ci salutano nei pressi di Borgo San Lorenzo mentre noi continuiamo verso il Passo della Colla e ci fermiamo per un caffè e due passi a Marradi.











A Brisighella alloggiamo all’albergo La Rocca, proprio nel centro storico, davanti alla Fontana Vecchia, la più antica fonte pubblica del paese. L’albergo ha una bella struttura, con le sue logge al pianterreno e il personale è veramente gentile ed accogliente; la madre del proprietario-cuoco, poi, è la quintessenza dell’ospitalità romagnola! Ottimo anche il ristorante interno. Unico neo l’arredamento, che sarebbe da svecchiare un po’.
Disfatti i bagagli, ci avventuriamo alla scoperta di Brisighella. Purtroppo la sera cala troppo presto, complice una fitta nebbia che ci accompagna per tutto il fine settimana. Attraverso un sentiero a scale (circa trecento!) che la collega al centro del paese, arriviamo esanimi alla Rocca; l’orario di chiusura è passato da un po’ ma la vista dell’esterno ci fa ripromettere di ritornare – in moto stavolta – il giorno dopo.








Gli stand gastronomici sono davvero invitanti ed è impossibile resistere. Tra i prodotti locali, oltre all’olio “Brisighello”, insignito dell’ambito riconoscimento DOP, ci sono i cosiddetti “frutti dimenticati”, come la pera volpina, che si mangia solo cotta dopo una lunga bollitura in vino rosso e zucchero, la mela cotogna, la nespola, il corbezzolo, la sorba e la giuggiola; non mancano i formaggi, i salumi, il vino e il tartufo, protagonista della sagra del 23 novembre. Insomma Brisighella e il suo territorio hanno molto da offrire in termini di storia e tradizioni, arte, cucina e prodotti tipici e per gli amanti della natura, a pochi km dal paese si trovano la Grotta della Tanaccia e il Parco del Carnè.








Bellissime sono le strade, i vicoli e le scalinate del borgo con i suoi edifici antichi. Molto particolare e assolutamente da non perdere è l’Antica via degli Asini, una caratteristica strada sopraelevata, coperta e illuminata da finestre ad arco di differente ampiezza.



La Rocca, risalente al Trecento, è davvero imponente ed è formata da due torri di diversa altezza e da una cinta muraria a trapezio. Dai camminamenti si gode una bella vista su Brisighella e sul territorio circostante che la nebbia rende più suggestivo. In lontananza, a tratti nascosto dalla nebbia, si vede il Santuario del Monticino. Salendo su per una scala a chiocciola, arriviamo in cima alla torre più alta e da lì la vista è davvero spettacolare. A diversi livelli della torre si trovano delle stanze vuote, mentre una sola è dotata di camino, sormontato da uno stemma nobiliare e da un’immagine sacra, e di un forno.
Dalla Rocca andiamo alla Torre dell’Orologio, in origine una fortificazione che era, insieme alla Rocca stessa, il baluardo difensivo del centro abitato. L’orologio, invece, è più moderno e fu aggiunto nel 1850 quando la Torre fu completamente ricostruita in stile neogotico. Anche da qui si gode di uno splendido panorama sul paese, i gessi e i calanchi.

E’ il più antico baluardo difensivo del borgo: fu da qui che i Brisighellesi impedirono nel 1467 alle truppe del duca di Urbino, Federico da Montefeltro, di penetrare in paese, dopo che aveva sconfitto le truppe del signore locale. Pian piano ha poi perso la sua importanza difensiva, finendo per essere inglobata nelle abitazioni. In questo quartiere vennero in seguito ad abitare le famiglie di “birocciai” che trasportavano il gesso dalle cave sovrastanti il paese servendosi di asinelli, da cui il nome di Via degli Asini. Le stalle si trovavano di fronte agli archi, mentre le abitazioni erano ai piani superiori. I carri da trasporto, le “birocce”, erano sistemate nei cameroni scavati nel gesso che si aprivano nella piazza sottostante.












Sulla via del ritorno ci fermiamo a visitare la Pieve Tho (S. Giovanni in Ottavo), a circa un paio di km da Brisighella, la pieve più antica della Valle del Lamone, la cui costruzione è fatta risalire addirittura a Galla Placidia. Nonostante il tempo – qualche goccia comincia a venire giù- un gruppo di pulcini scout sta giocando a calcio nel campo umido dietro la chiesa, alcuni addirittura con i loro tipici pantaloni al ginocchio!! Beata gioventù! 





domenica 23 novembre 2014

A SPASSO PER LE CRETE SENESI (23 Novembre 2014)

Partiamo in una mattinata nebbiosa ma che lascia presagire una giornata di sole. Raggiungiamo Giorgio a Figline e poi via alla volta di Castelnuovo Berardenga per una sosta caffè. Due passi e due chiacchiere dopo, Giorgio riprende la strada per casa mentre noi ci dirigiamo ad Asciano. Per arrivarci all’altezza di Torre a Castello imbocchiamo una strada sterrata di circa 12 km che attraversa proprio le famose crete.









Arrivati ad Asciano, facciamo prima un giro per il suo centro storico e poi ci sediamo fuori ai tavolini di un bar per un pranzo veloce. La temperatura è perfetta e la giornata piena di sole. Mentre ritorniamo alla moto, scorgiamo la sagoma e il campanile di una vecchia chiesa: come non dedicarle del tempo? E’ la chiesa di S. Agata, come scopriamo dopo, in perfetto stile romanico, sia all’esterno che all’interno.







Riprendiamo il nostro girovagare dirigendoci verso l’Abbazia di Monte Oliveto, a circa 18 km da Asciano. Vi si accede tramite un palazzo medievale in mattoni rossi, munito di ponte levatoio.  Sopra l’arcone di ingresso c’è una robbiana. Percorriamo poi un suggestivo viale in mezzo al bosco di cipressi, querce e pini. Il complesso è davvero imponente ma, avendolo già visitato in passato, questa volta ci limitiamo ad ammirarlo da fuori. La nostra attenzione è però attirata dalle cantine trecentesche dell’abbazia, dove un simpatico monaco è addetto alle degustazioni.















La prossima tappa è Buonconvento che fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia. Arrivando, colpiscono le sue antiche mura su cui si aprono le diverse porte di accesso al borgo. Ne attraversiamo una e così ci troviamo nel suo piccolo ma ben tenuto centro storico. Passeggiando per la via principale, una vivace anziana signora, affacciata ad una finestra, ci chiede se ci piace Buonconvento e da dove veniamo. Scambiamo con lei qualche parola e riprendiamo la nostra passeggiata.








E’ ancora presto, così ci concediamo un’ultima tappa sulla via del ritorno: Siena. Quasi obbligatorio un gelato nella stupenda cornice di Piazza del campo e una visita quasi in notturna al Duomo. 






Ci leggiamo alla prossima avventura che non tarderà ad arrivare.
See you on the road