sabato 11 aprile 2015

Liguria On The Road - Pasqua 2015

Partiamo il sabato di Pasqua con Roberto e Barbara diretti verso Dolceacqua, in provincia di Imperia. Il meteo incerto non ci scoraggia, come neppure la pioggia incessante che ci accompagna ininterrottamente dalla Versilia fino a circa 50 km da Genova.



Man mano che ci avviciniamo al capoluogo ligure, il tempo sembra migliorare e un timido sole fa la sua apparizione. Decidiamo di lasciare l’autostrada a Sanremo per proseguire su strada normale. Dopo tanti chilometri, facciamo una breve sosta nella patria del bel canto italiano e ci addentriamo nel suo affollatissimo centro storico. Scontato e forse un po’ banale il selfie davanti all’Ariston. Passeggiando lungo via Matteotti, vediamo sul pavimento della strada dei pannelli in ottone con su scritti i nomi dei vincitori del festival fino al 2014. Stanchi della ressa, rimontiamo in sella per raggiungere finalmente la nostra meta.



Quando arrivi a Dolceacqua non puoi non rimanere a bocca aperta. Il paese, con la sua bandiera arancione che sventola orgogliosa in bella mostra, è davvero incantevole e particolare. Il fiume Nervia lo divide in due parti che sono però collegate da un ponte a schiena d’asino, da cui persino il pittore Monet, che soggiornò lì nel 1884, rimase affascinato tanto da farne il soggetto di un dipinto. La parte più alta del paese è dominata dal castello dei Doria, i signori della zona, che ha avuto nel corso dei secoli un’esistenza davvero travagliata a causa di eventi bellici, assedi,  incendi e del terremoto del 1884. I lavori di restauro sono stati ultimati nel luglio 2007.


A Dolceacqua alloggiamo al "Nido di Rondine", un B&B proprio sulla piazzetta davanti al fiume. La proprietaria è davvero gentile e disponibile ed è lì ad accoglierci per la consegna delle chiavi. Ci accompagna all’appartamentino che abbiamo prenotato e arranchiamo con i bagagli su per tre rampe di scale. Quando però entriamo, veniamo immediatamente ripagati da “cotanto affanno”: l’appartamento è una meraviglia, completamente nuovo e curato fin nei minimi dettagli. Niente è lasciato al caso. C’è una piccola cucina, un bagno con doccia e tutti gli optional e la camera da letto. Quando ci affacciamo alla finestra, rimaniamo senza parole tanto la vista è splendida e capiamo subito il perché del nome della struttura: siamo all’ultimo piano e proprio sopra la nostra finestra c’è un cornicione sotto cui le rondini hanno fatto il nido. Le vediamo partire e ritornare e sostare sulla nostra persiana. Ce ne sono tantissime che intrecciano voli per il cielo dolceacquino. La piazzetta davanti al nostro B&B è lo spazio preferito dai bambini e ragazzini del posto per i loro giochi, tanto che c’è un apposito segnale che vieta di giocare a pallone dalle 19 a mezzanotte! Non abbiamo mai visto ragazzini più attivi: calcio, skate, monopattino, bicicletta ma, soprattutto, non abbiamo visto nessuno di loro col cellulare in mano!






Andiamo a cena a Bordighera, a pochi minuti da Dolceacqua, e su consiglio di due ragazze del luogo che abbiamo interpellato, facciamo il nostro ingresso nella pizzeria “Il Cappero”; il locale è davvero piccolo e dobbiamo aspettare un po’ prima che un tavolo si liberi, ma il personale è molto gentile e la pizza ottima anche se cotta in un forno elettrico.
Pur duramente provati dal viaggio, non rinunciamo a una passeggiata in notturna per le strade di Dolceacqua, giusto un assaggio prima del tour del giorno dopo. Così attraversiamo il ponte e dall’altra parte scendiamo lungo delle scale che ci portano sul letto di ciottoli del fiume. Un pipistrello fa mille evoluzioni, arrivando più volte a sfiorare la superficie dell’acqua, e stiamo ad osservarlo incantati per un po’. Riattraversiamo il fiume passando stavolta dal ponte nuovo e….buonanotte!




La mattina di Pasqua iniziamo l’esplorazione del paese, non prima di aver chiesto info al locale ufficio del turismo circa gli orari di visita al castello; anche lì il personale è gentilissimo e disponibilissimo!
Ci inoltriamo per i "carugi" nella parte di Dolceacqua che si estende ai piedi del castello ed è tutto un susseguirsi di vicoli e stradine dove si respira ancora un'aria medievale.
Nonostante i restauri, il castello mostra tutti i segni delle sue vicende passate; c'è un folto gruppo di visitatori al seguito della guida locale ma noi preferiamo vagare da soli e goderci il posto e il bel panorama che si vede da lassù.


























E' mezzogiorno passato quando ci dirigiamo ad Apricale, altro delizioso borgo che si è fregiato della bandiera arancione, a pochi chilometri da Dolceacqua e a due passi dal confine francese. Passeggiamo per i suoi "carugi" dove si incontrano numerosi murales raffiguranti paesaggi e scene di vita contadina. Proprio perché le sue strade sono così strette e le case addossate le une alle altre non ti aspetti lo spazio della piazza centrale, dove si affaccia il municipio e in alto, raggiungibile attraverso una rampa a gradoni, la chiesa della Natività di Maria. Curiosamente sul campanile c'è una bicicletta rivolta verso l'alto. Pranziamo in uno dei bar-ristorante che si affacciano sulla piazza, "A Ciassa"; sotto un caldo sole, ci gustiamo ravioli alla zucca e al preboggion, un ripieno a base di borragine e altre erbe selvatiche, il tutto annaffiato dal Rossese.


Isolabona, salendo verso apricale
Isolabona, salendo verso apricale
Apricale
Apricale












Perinaldo


Rimontiamo in moto per esplorare un po' i dintorni e così puntiamo a Perinaldo, un altro piccolo borgo arroccato su una collina e da cui si ha una bellissima vista sul mare che si vede da lontano. 






Poi puntiamo verso il confine italo-francese, passando per Ventimiglia fino a raggiungere Menton. Nel frattempo si è alzato un forte vento e ad ovest diventa ben presto tutto nero e si avvicinano nubi cariche di pioggia. Dopo una sosta-gelato a Ventimiglia, ritorniamo al nostro B&B.

Ventimiglia e Panorama di Menton









Per la cena andiamo all'agriturismo dove alloggiano Roberto e Barbara, l'ecolocanda "Al Borgo", sorpra Vallebona, una valle vicina a quella in cui si trova Dolceacqua. Ci addentriamo in mezzo alla campagna e, siccome poco prima è piovuto, l'aria profuma di fiori e di pino. La cena è completamente vegetariana e fatta con i loro prodotti, ottima davvero!
"Partire è un po' morire" - dice un vecchio adagio - ed è con questo stato d'animo che, caricata la moto, riprendiamo la strada per casa lunedì mattina. Superata Genova, ci  fermiamo per il pranzo e una breve visita a Rapallo.





Compagna di mille avventure
Relax




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