giovedì 5 novembre 2015

Casentino d'autunno - 1 novembre 2015

E’ stato senza dubbio uno dei giri domenicali più corti, ma anche la riprova che spesso gli angoli più belli e suggestivi possono trovarsi anche dietro casa. In questo periodo dell’anno, poi, il Casentino con i suoi boschi rossi e gialli si presenta nella sua veste più affascinante. Rossa è anche l’edera che si arrampica su per le mura dell’antico Castello di Porciano. Fortuna vuole che questa domenica sia anche l’ultima in cui è possibile visitare gli interni, prima della sua riapertura al pubblico a maggio. Il castello faceva parte dei possedimenti dei Conti Guidi, i signori del Casentino, per poi passare sotto il dominio della Repubblica Fiorentina. Nel Settecento fu acquistato da un antenato dell’attuale proprietaria. Durante il suo esilio vi ha soggiornato anche Dante e, alcuni secoli più tardi, Gabriele D’Annunzio, che vi ha scritto il III libro de “Le Laudi, Alcyone”, in compagnia della sua amante, la famosa attrice Eleonora Duse.

Lo stato di conservazione attuale del castello si deve alla madre dell’attuale proprietaria, Flaminia Goretti de Flamini che, arruolatasi come infermiera della Croce Rossa durante la II guerra mondiale, conobbe a Firenze il suo futuro marito, l’americano George Anderson Specht, volontario in guerra. Dopo la fine del conflitto, la coppia volle vivere proprio a Porciano, allora ridotto ad un rudere, e decisero di restaurarlo con l’aiuto della Soprintendenza delle Belle Arti. Le difficoltà economiche furono molte e purtroppo George non poté vedere la fine dei lavori, perché morì nel 1973. Flaminia, invece, è morta nel 2004 all’età di 99 anni ed è stata sepolta nel cimitero di Porciano insieme al marito. La loro unica figlia Martha è l’attuale proprietaria.

Del castello sono visitabili il pianterreno ed il primo piano, dalle cui finestre si vedono in lontananza le sagome dei castelli di Romena e di Poppi. Al pianterreno ci sono svariati oggetti testimoni di una vita contadina ormai estinta e, curiosamente, alcuni manufatti Lakota. Erano oggetti che George da piccolo aveva ricevuto in regalo da bambini indiani con cui aveva fatto amicizia nelle sterminate praterie del Nord Dakota, dove la sua famiglia aveva dei terreni. Il piano superiore è occupato da un vasto salone con esposte delle ceramiche antiche.

Visto che siamo nelle vicinanze, ne approfittiamo per una visita al castello di Romena, anche questo tra i possedimenti dei Conti Guidi e restaurato nel tempo da vari membri della famiglia dei conti Goretti de’ Flamini, che ne sono gli attuali proprietari. Dante cita il castello nella Divina Commedia, nell’Inferno, attraverso il racconto di Mastro Adamo che proprio in una cantina del castello falsificava i fiorini di Firenze, per conto dei Conti Guidi. Legata a Dante è anche la Torre delle Prigioni in cui i prigionieri che erano giudicati nella parte alta della torre venivano poi calati, attraverso una botola, nei tre piani della torre a seconda delle pene che dovevano scontare. Alcuni esperti di questioni dantesche hanno ipotizzato che Dante vi abbia trovato ispirazione per i cerchi dell’Inferno
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Dopo pranzo, ci addentriamo nel cuore del Parco delle Foreste Casentinesi, diretti al passo della Calla, fin su al Monte Falterona, alla ricerca delle sorgenti dell'Arno.
Salendo, incontriamo un po’ di foschia e la temperatura cala sensibilmente. Ai due lati della strada, tutto intorno a noi, la vastità dei boschi di bianchi faggi e a terra un tappeto di foglie rosse, qua e là solcato da ruscelli d’acqua. Parcheggiamo le moto e a piedi percorriamo un sentiero all’interno del bosco… 

Casentino


Castello di Porciano













Il museo del Castello di Porciano












Castello di Romena













Salendo verso il Passo della Calla



Passo della Calla

Verso il Monte Falterona




















Tramonto sul Ponte a Buriano, niente niente è il ponte dipinto dietro la Gioconda


Fun Time





See you on the road

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