E’ stato senza dubbio uno dei
giri domenicali più corti, ma anche la riprova che spesso gli angoli più belli
e suggestivi possono trovarsi anche dietro casa. In questo periodo dell’anno,
poi, il Casentino con i suoi boschi rossi e gialli si presenta nella sua veste
più affascinante. Rossa è anche l’edera che si arrampica su per le mura
dell’antico Castello di Porciano. Fortuna vuole che questa domenica sia anche
l’ultima in cui è possibile visitare gli interni, prima della sua riapertura al
pubblico a maggio. Il castello faceva parte dei possedimenti dei Conti Guidi, i
signori del Casentino, per poi passare sotto il dominio della Repubblica
Fiorentina. Nel Settecento fu acquistato da un antenato dell’attuale
proprietaria. Durante il suo esilio vi ha soggiornato anche Dante e, alcuni
secoli più tardi, Gabriele D’Annunzio, che vi ha scritto il III libro de “Le
Laudi, Alcyone”, in compagnia della sua amante, la famosa attrice Eleonora
Duse.
Lo stato di conservazione attuale
del castello si deve alla madre dell’attuale proprietaria, Flaminia Goretti de
Flamini che, arruolatasi come infermiera della Croce Rossa durante la II guerra
mondiale, conobbe a Firenze il suo futuro marito, l’americano George Anderson
Specht, volontario in guerra. Dopo la fine del conflitto, la coppia volle vivere
proprio a Porciano, allora ridotto ad un rudere, e decisero di restaurarlo con
l’aiuto della Soprintendenza delle Belle Arti. Le difficoltà economiche furono
molte e purtroppo George non poté vedere la fine dei lavori, perché morì nel
1973. Flaminia, invece, è morta nel 2004 all’età di 99 anni ed è stata sepolta
nel cimitero di Porciano insieme al marito. La loro unica figlia Martha è
l’attuale proprietaria.
Del castello sono visitabili il
pianterreno ed il primo piano, dalle cui finestre si vedono in lontananza le
sagome dei castelli di Romena e di Poppi. Al pianterreno ci sono svariati
oggetti testimoni di una vita contadina ormai estinta e, curiosamente, alcuni
manufatti Lakota. Erano oggetti che George da piccolo aveva ricevuto in regalo
da bambini indiani con cui aveva fatto amicizia nelle sterminate praterie del
Nord Dakota, dove la sua famiglia aveva dei terreni. Il piano superiore è
occupato da un vasto salone con esposte delle ceramiche antiche.
Visto che siamo nelle vicinanze,
ne approfittiamo per una visita al castello di Romena, anche questo tra i
possedimenti dei Conti Guidi e restaurato nel tempo da vari membri della
famiglia dei conti Goretti de’ Flamini, che ne sono gli attuali proprietari.
Dante cita il castello nella Divina Commedia, nell’Inferno, attraverso il
racconto di Mastro Adamo che proprio in una cantina del castello falsificava i
fiorini di Firenze, per conto dei Conti Guidi. Legata a Dante è anche la Torre
delle Prigioni in cui i prigionieri che erano giudicati nella parte alta della
torre venivano poi calati, attraverso una botola, nei tre piani della torre a
seconda delle pene che dovevano scontare. Alcuni esperti di questioni dantesche
hanno ipotizzato che Dante vi abbia trovato ispirazione per i cerchi dell’Inferno
.
Dopo pranzo, ci addentriamo nel cuore del Parco delle Foreste
Casentinesi, diretti al passo della Calla, fin su al Monte Falterona, alla ricerca delle sorgenti dell'Arno.
Salendo, incontriamo un po’
di foschia e la temperatura cala sensibilmente. Ai due lati della strada, tutto
intorno a noi, la vastità dei boschi di bianchi faggi e a terra un tappeto di
foglie rosse, qua e là solcato da ruscelli d’acqua. Parcheggiamo le moto e a
piedi percorriamo un sentiero all’interno del bosco…
Casentino
Castello di Porciano
Il museo del Castello di Porciano
Castello di Romena
Salendo verso il Passo della Calla
Passo della Calla
Verso il Monte Falterona
Tramonto sul Ponte a Buriano, niente niente è il ponte dipinto dietro la Gioconda
Fun Time
See you on the road
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